Paul Pogba rischia tutto: solo terapia conservativa per il ginocchio

L’ultima parole, e ci mancherebbe, spettava a Paul Pogba ma la sua scelta ha un po’ spiazzato la Juventus: niente operazione al ginocchio, opzione consigliata più o meno all’unanimità dai medici consultati (a partire proprio da quelli bianconeri, ndr), e terapia conservativa. Abbastanza per poter tornare presto a disposizione (qualcosa come un mese e mezzo), non abbastanza, però, per guarire davvero. Spieghiamo: la terapia conservativa potrebbe anche risolvere momentaneamente il problema, ma difficilmente sarà risolutiva. Insomma: Pogba rientrerà, giocherà quanto basta per garantirsi un posto ai Mondiali (questa è almeno la sua speranza), ma potrebbe poi dover fare i conti con un dolore, addirittura peggiorato, all’articolazione che lo potrebbe quindi costringere a finire poi sotto i ferri una volta rientrato dal Qatar o addirittura prima di andarci. Il che, inutile dirlo, complicherebbe moltissimo l’intera stagione.

Il francese ha scelto a conti fatti di non scegliere. O meglio: ha scelto se stesso e la Francia più che la Juventus. Perché il Mondiale non si può perdere – e nessun giocatore vorrebbe dare forfait – e perché, nella sua testa, c’è una speranza, sia pure non troppo confortata dai referti medici, che la questione possa risolversi senza doversi operare. Delle due strade di cui si era inizialmente parlato – meniscectomia, ovvero l’asportazione in artroscopia del pezzo di menisco lesionato (due mesi di stop), o sutura (circa 4-5 mesi) -, Pogba ha preferito scegliere la terza, e un po’ rischiosa, via.

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