Ora si apre un Mondo, ma sul serio, che parte da San Siro, il 21 novembre, e arriva sino al «Penzo» di Venezia, il 6 febbraio, l’ultimo giorno in cui l’emergenza sarà tale, perché poi la Coppa d’Africa finirà. Ma prima, in questi sessantasette giorni che cominceranno a San Siro, Luciano Spalletti dovrà calarsi in questa macro-dimensione che sa di favola e che andrà vissuta disegnando un Napoli a propria immagine e somiglianza ma «truccandolo» anche un po’. C’è un campionato, una Europa League e quel bimestre abbondante nel quale il calendario ha sistemato ogni tipo di fatica, persino quelle suppletive, e fino a Natale, quando ci saranno nove gare per «uomini forti», si resterà dentro un turnover di umanissima gestione, con una rosa nella quale si potrà metter mano in lungo e in largo, e in rotazioni – a partita in corso – che Spalletti ha dimostrato di amare. E poi, passate la vacanze, «rimossi» momentaneamente dall’organico Koulibaly, Anguissa, Ounas e Osimhen, rientrando in campo per le altre cinque sfide, alle quali aggiungere il fresco impegno della coppa Italia.
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